mercoledì 25 febbraio 2009

Safari 4 fa il pieno di novità già viste

Benvenuto Safari 4. Anche se ancora in versione beta fai già parlare di te per le tue novità.

Come l'indicizzazione della cronologia e dei preferiti, che già c'era in Firefox.
O come la posizione delle schede, che ora sono con più logica posizionate sopra l'indirizzo della pagina, come già fanno Chrome e Opera.
In Chrome e Opera avevamo anche già visto il riepilogo dei siti più visitati ed non può che far piacere sapere che anche i tuoi genitori di casa Apple ci abbiano dato un'occhiata.
Non manca nemmeno la grandiosa idea di raggruppare i menu in un angolino, che mi pare di averlo già visto in Internet Explorer 7.
E quel delizioso tastino con il '+', non c'è anche in Chrome con la stessa identica funzione?

Poi viene da chiedersi come mai, già che c'eri tu (o chi per te) non abbia preso a prestito un pizzico di stabilità e sicurezza, e magari anche un framework per l'utilizzo delle estensioni. Gli utenti avrebbero apprezzato.

Non sono certamente solo queste le novità che ti porti dietro, caro Safari 4, ma certamente per una gran parte delle tue nuove sciccherie dovresti almeno dire grazie.

Buona navigazione a tutti.

PS: non ho parlato della velocità perché prima voglio essere sicuro di quello che dico. Almeno per ora sembra che ci sia parecchio da dire da ridire.

lunedì 23 febbraio 2009

Ti parlo e non mi senti

Ai possessori di iPod e iPhone che non l'avessero già fatto consiglio vivamente di mettere da parte le cuffiette di ordinanza e spendere una ventina di Euro per comprare degli auricolari degni di questo nome.

Per quanto siano stilose e servano a far sapere agli altri che siamo fortunati possessori di un iPod (c'è gente che ci tiene ad emergere dalla massa e a finire in un altra massa), gli auricolari di ordinanza non brillano per la loro qualità audio, soprattutto se confrontanti con altre cuffiette disponibili allo stesso prezzo. La stessa cosa dicasi per le In-Ear.

Oltre a me, la pensano così quelli di Register Hardware, che hanno messo alla prova dieci auricolari con soprressione del rumore esterno e le In-Ear di Apple sono arrivate solo all'ottavo posto. Dopo di loro due paia di auricolari disponibili ad un quarto del prezzo della coppia di Cupertino.

Ecco le parole del Register Hardware al riguardo, cortesemente tradotte per i più pigri:

[...] while the richer audio quality and sound-isolating features are certainly a big improvement on the bog-standard iPod earphones, they’re not exceptional for a set of headphones in this price range. In fact, the stand-out features are the built-in microphone and remote control that are specifically designed for use with an iPhone. So while the In-Ear Headphones will make a good companion for your iPod Touch or iPhone we wouldn’t recommend them as a set of general-purpose ‘phones for non-Apple music players or mobile ‘phones.

[...] mentre la qualità audio più ricca e le caratteristiche di isolamento del rumore sono certamente un grosso miglioramento rispetto alle dozzinali cuffiette dell'iPod, queste non sono eccezionali per un set di cuffie disponibili a questo prezzo. Infatti le caratteristiche principali sono il microfono e il telecomando che sono specificatamente progettate per l'uso con un iPhone. Quindi, anche se le cuffie In-Ear sono un buon compagno per il vostro iPod Touch o iPhone, non possiamo raccomandarle come auricolari multiuso per lettori MP3 e telefoni non Apple.

Buon ascolto a tutti

lunedì 9 febbraio 2009

La caduta di un mito

Steve Wozniak parteciperà all'edizione americana di "Ballando con le stelle".

A meno di una smentita, siamo di fronte alla caduta di un mito, forse l'ultimo rimasto della gloria (quella vera) di Apple.

Buona caduta a tutti.

lunedì 19 gennaio 2009

Ancora sulla salute del gran capo

Secondo me ha colto nel segno. Ovvero: si continuano a susseguire notizie su notizie riguardanti nuovi incarichi e nuove poltrone per il gran capo. Notizie che molto probabilmente sono montate ad arte per mantenere alto il valore delle azioni, sia di Apple che di Disney (a far da traino a Disney c'è sempre Pixar).

Personalmente resto sulle mie posizioni: la salute di una persona è solo affare suo, dei suoi cari e di nessun altro.

Resta inteso che gli azionisti abbiano tutto il diritto di vedere tutelati i propri investimenti. E proprio alla luce di tutto questo diventa ancora più deplorevole giocare sulla salute del gran capo. Indipendentemente che lo si faccia per interesse economico o per puro sensazionalismo.

Non ho voluto citare il nome del capo della mela, per evitare di essere indicizzato: non voglio finire nel marasma di quanti sparano illazioni e articoli a raffica sulla salute di una persona.

Al gran capo i miei auguri di pronta guarigione.

giovedì 15 gennaio 2009

Auguri, Steve!

A Steve Jobs i miei auguri di una pronta guarigione.

A tutti gli altri un consiglio: basta fare illazioni, scommesse e previsioni sulla salute delle persone. Oltre a sconveniente è anche di pessimo gusto.

Buona guarigione a tutti.

mercoledì 14 gennaio 2009

Mini DisplayPort: uno standard che standard non è

Questa proprio non la sapevo. La Mini DisplayPort non fa parte dello standard DisplayPort. Forse potrebbe entrarvi dalla versione 1.2, quanto meno per rendere omaggio all'unico produttore importante che abbia deciso di adottarlo.

Detto in altri termini: vi facciamo credere di utilizzare uno standard affermato, ben sapendo che si tratta di una mezza verità. Nel frattempo ci freghiamo le mani in attesa di vendere adattatori e cavetti.

Se fosse stato un film sarebbe stato “Per qualche dollaro in più”.

Buona visione a tutti.

martedì 13 gennaio 2009

Carta canta

Secondo i dati preliminari diffusi da NPD, il mercato dei computer desktop in generale è stato poco florido, con un calo complessivo del 20%, ma il calo per i sistemi basati su Windows è stato del 15%, contro il 38% dei sistemi Apple.
(melablog.it, 17 dicembre 2008)

Apple e anche Asus hanno ridotto entrambe la produzione affidata a società esterne di computer portatili per il quarto trimestre dell'anno: la sensibile diminuzione è compresa tra il 20 e il 30%.
(Macity, 10 novembre 2008)

La società di Cupertino è, almeno fino adesso, poco o per nulla sfiorata dalla recessione economica che ha colpito i grandi nomi dell'informatica.
(Macity, 11 gennaio 2009)

lunedì 12 gennaio 2009

Uomini e batterie

Gli ultimi aggiornamenti dei portatili Apple hanno portato con sé delle strane novità riguardanti le batterie. Si è iniziato con i portatili visti lo scorso novembre che vanno più lenti quando si lavora senza la batteria. Si è continuato con il nuovo MacBook Pro da 17 pollici al quale questo problema non si pone perché la batteria non si può neanche togliere.

A giustificare le due scelte (anche la prima è una scelta di Apple, non un baco o un errore di fabbricazione) Cupertino ha tirato fuori delle scuse nebbiose e fumose cercando di convincere gli utenti che in fin dei conti è per il loro bene. Stronzate.

Riguardo i portatili che rallentano in mancanza degli accumulatori (quanto mi piace questo termine!) quello dei computer Apple è un caso unico: nessun alto notebook sul mercato soffre di questa sindrome da nostalgia, anche perché alcuni utenti preferiscono togliere la batteria quando usano il portatile a casa, perché magari hanno un gruppo di continuità, o perché se anche va via la corrente non fa niente o ancora perché in fin dei conti cosa uno ci faccia col computer sono solo fatti suoi.

Se invece pensiamo al nuovo maxi formato da 17, Apple segna praticamente un autogol: la nuova batteria dura di più semplicemente perché è più grande e non è sostituibile perché i designer hanno pensato bene di recuperare dello spazio eliminando del tutto gancetti e involucro. Peccato che pur dovendo progettare una macchina da 5 milioni del vecchio conio, nessuno abbia pensato a usare un paio di viti.

Scelte di design o difetti che siano, a guadagnarci da tutto questo è la sola Apple, ancora una volta a discapito dei suoi ignari e fedeli utenti.

Buona ricarica a tutti.

giovedì 8 gennaio 2009

Dettagli sull'upgrade DRM Free di iTunes

Segnalo l'articolo Getting naked with DRM-free iTunes upgrades: the details
pubblicato da Ars Technica per la firma di Erica Sadun.

mercoledì 7 gennaio 2009

iTunes: la libertà si paga

Via il DRM dai brani in vendita su iTunes Store. Meglio tardi che mai, anche perché tutti gli altri concorrenti di Apple avevano abbandonato ormai da tempo gli inutili lucchetti, avendo realizzato come questi fossero solo un impedimento e un fastidio per gli utenti onesti. Quelli disonesti avrebbero comunque trovato altre vie per rubare (potremmo parlare per anni interi di questo problema, magari trovandoci per una volta tutti dalla stessa parte).

In questa storia c'è però un piccolo neo. Apple offre a tutti gli acquirenti la possibilità di aggiornare la propria libreria al formato plus, senza DRM a 256Kb/s, ma per farlo chiede di pagare un riscatto: 30 centesimi per liberare ogni brano. Una specie di sequestro di canzone.

Scherzi a parte, fatico a capire la motivazione di questo 30% di maggiorazione sui vecchi acquisti. Infatti il diritto d'autore è stato già pagato con l'acquisto originale. E neanche il sovrapprezzo può essere giustificato per il consumo di banda destinata al download del nuovo file: 4 minuti di musica a 256Kb/s equivalgono a meno di 8MB di download. Neanche gli abbonamenti italiani per navigare su internet coi telefonini sono così cari.

Insomma, non è tutto oro quello che luccica ma liberare i file dal DRM è cosa buona e giusta.

Buon ascolto a tutti.

mercoledì 17 dicembre 2008

Linka che ti passa

Perdonatemi per una volta il "linka": questi termini non mi piacciono, ma di tanto in tanto non fa poi così male.

Ho notato che da gran maleducato non ho un elenco di collegamenti (blog roll) verso altri blog. Mi piacerebbe raccoglierne qualcuno, per cui chiunque fosse interessato può lasciare un commento a questo articolo (chiamatelo post se preferite).

Per la scelta dei blog in generale sarò di bocca buona, l'importante è che siano scritti bene e che siano a tema, almeno un po'.

Buon collegamento a tutti.

martedì 16 dicembre 2008

Figli di un iPod minore

Come tanti altri fortunati o sfortunati utenti ho un iPod Touch. Comodo per navigare, almeno quando Safari non va in crash, un po' meno per ascoltare la musica. Per fortuna c'è il JailBreak che ci aiuta a far fronte a mancanze e problemi. Defective by design, lo chiamano.

In generale un giocattolo abbastanza interessante che però ha un fratello che si chiama iPhone. Il fratello maggiore è infatti più completo, non solo per la dotazione hardware, ma anche per il trattamento che riceve da Apple. Ricapitoliamo un po'.

Inizialmente l'iPod Touch non aveva nessuna della applicazioni "produttive" di iPhone, una su tutte l'email, che è sicuramente tra le più utili. Hacker a parte, Apple le concesse all'iPod Touch solo più tardi, e a pagamento: €17,99 e passa la paura. Gli iPod Touch nuovi, invece, ce le avevano già dentro. Alla faccia della fidelizzazione.

Poi fu il turno dell'aggiornamento al firmware 2.0. Per l'iPhone il passaggio era gratis. Per l'iPod Touch, ancora una volta, a pagamento: €7,99 e anche questa volta passa la paura. Ovviamente si trova molto facilmente in rete e una volta installato iTunes permette di effettuare tutti gli aggiornamenti successivi, ma Apple imperterrita punisce e tradisce gli utenti iPod Touch. Anche in questo caso, nuovi utenti avvantaggiati (ma questa era più accettabile).

Infine lo Street View di Google. Dopo aver visto che Android ce l'aveva, Apple è corsa ai ripari per portare lo Street View sul suo telefono. E solo su quello. Anche in questo caso l'iPod Touch è stato escluso. Anche in questo caso è stato facile trovare la chiave per aprire lo scrigno, anche perché era nascosta dentro l'iPod stesso, a riprova che il fratello minore nulla ha da invidiare al fratello maggiore. E anche in questo caso c'è da credere che Apple in futuro faccia pagare qualcosina agli utenti iPod Touch. Unica nota di merito: non c'è neanche su quelli nuovi.

Verrebbe da chiedersi: Perché Apple odia così tanto chi ha le versato centinaia di Euro per avere un iPod Touch? Forse è perché gli utenti iPhone continuano a pagare attraverso le bollette del telefono. O forse è proprio per una questione di antipatia, per tutte queste brutte persone che con un Touch e un telefonino qualsiasi da quattro soldi fanno tutte le cose che riesce a fare un iPhone. Bisogna mettere un po' di distanza.

Buona minoranza a tutti.

venerdì 12 dicembre 2008

Display Port e DRM: una patch da presa in giro

Nuntio vobis gaudium magnum: habemus patch!

La patch in questione è l'aggiornamento di Quicktime (70 MB, mica bruscolini) ed è riservato ai soli MacBook e MacBook Pro della serie aluminium. L'aggiornamento permette ai fortunati (o sfortunati) possessori dei nuovi portatili di riuscire a vedere su uno schermo esterno privo della ormai mitica presa mini Display Port i filmati SD, cioè a definizione standard. E solo quelli.

Resta infatti il blocco per quelli ad alta definizione, che pure farebbero la loro porca figura su un qualsiasi 23 pollici con entrata DVI di un paio di anni fa. E resta anche il comportamento indecente di Apple riguardo la presenza di questa ennesima ed inutile protezione, sottaciuta colpevolmente durante il giubilo della keynote. Riporto (in originale e tradotto) quanto dice Ars Technica in proposito:

The greater concern that some buyers had, however, was that Apple had incorporated HDCP into their new machines without telling them about it in advance, which is obviously a problem that is still in place.

La più grande preoccupazione che hanno avuto alcuni acquirenti, è stata che Apple aveva incorporato il protocollo HDCP nelle loro nuove macchine senza comunicarglielo in anticipo, un problema che è ovviamente ancora aperto.
Buona re-visione a tutti.

PS: questo post è un po' vecchio, si era perso tra le bozze, saltatelo pure se volete, anche se ormai siete arrivati fino alla fine.

giovedì 11 dicembre 2008

Conti in tasca alla MacCharity

Magari già ci siamo dimenticati del ragazzo americano che, non avendo abbastanza soldi per comprare contemporaneamente un MacPro e una copia di Final Cut, scrisse un'email a Jobs chiedendo di poter usufruire dello sconto studenti. La Apple gli inviò un pacchetto di Final Cut aggratis. Ora ce lo ricordiamo.

Bontà? Generosità? No. Semplice marketing.
Facciamo due conti. Un MacPro in versione base costa $2700 (evito la traduzione in euro, visto che i prezzi in Italia sono un po' diversi). Final Cut, invece, costa $1299. È abbastanza ragionevole supporre che il rincaro applicato da Apple sia di circa un terzo del prezzo finale e supponiamo che tale rincaro sia applicato anche sul software.

Quindi il fortunato questuante ha pagato $2700, su cui Apple ha avuto un guadagno netto di $900. Il Final Cut il ragazzo non l'ha pagato, ma Apple spedendolo gratuitamente ci ha rimesso, al netto del rincaro, $866.

Quindi, ricapitolando, sull'acquisto del computer ad Apple sono entrati $900, mentre per spedire Final Cut ci ha perso $866. Qual è il risultato?

Il risultato è che Cupertino è riuscita a farsi osannare ancora una volta sulle pagine di migliaia di blog e per farlo non ha pagato, ma si è fatta pagare $34.

Buona mano tesa a tutti.