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mercoledì 16 luglio 2008

Psystar denunciata

Alla fine Apple ha fatto quello che tutti si aspettavano e si appresta a portare Psystar in tribunale per i suoi OpenComputer.

Per chi si fosse perso qualcosa, Psystar è una piccola, minuscola società produttrice di piccì che qualche mese fa ha cominciato ad offrire per le sue macchine la possibilità di installare MacOSX Leopard.

Secondo quanto riportato da Punto Informatico, Apple accusa Psystar principalmente di violazione del copyright, induzione alla violazione del copyright, violazione di marchio registrato e violazione di contratto. È fuor di dubbio che alcune di queste accuse possano essere effettivamente fondate (Psystar fornisce gli update per le sue macchine e lo fa modificando quelli ufficiali di Apple).

Tuttavia la condotta di Psystar non può considerarsi del tutto sbagliata: tutte le copie del sistema operativo sono regolarmente pagate e in precedenza limitazioni simili a quelle imposte da Cupertino sulle possibilità di utilizzo del suo software sono state considerate nulle (verificate pure, è tutto documentato).

Apple inoltre parla di danni irreparabili, ma è ragionevole pensare che le utenze Psystar e quelle Mac siano da considerarsi nettamente separate: chi compra un Psystar, bruttino e assemblato, è decisamente un acquirente che non aveva intenzione di acquistare un Mac vero.

Resta la questione del prezzo del sistema operativo: Apple potrebbe dire di vendere sotto costo il suo MacOSX proprio perché recupera il danaro dal legame con il suo hardware (i Mac costano un po' di più anche per quello). In tal caso però non sarebbe più corretto dire che MacOSX costa meno di Windows. Delle due o l'una o l'altra, a voi la scelta.

Nel frattempo non è ancora noto se Psystar voglia avvalersi della norma blocca processi.

Buona udienza a tutti.

domenica 20 aprile 2008

L'attacco dei cloni

Ha fatto parlare di sé la sconosciuta Psystar colpevole di aver presentato dei computer Mac compatibili. Dei cloni? Non proprio: solo dei normalissimi PC assemblati con gli stessi componenti (chipset, CPU, scheda video, etc.) presenti sui computer made in China designed in Cupertino. In pratica Psystar assembla dei computer abbastanza compatibili da far girare MacOSX senza troppi problemi. La piccola ditta americana vende insieme ai computer anche una copia di MacOSX, cosicché non si possa parlare di pirateria informatica.
I siti dei fan Apple (fan può stare per appassionato o fanatico, a voi la scelta) hanno in parte espresso curiosità, in parte perplessità. Così alcuni hanno titolato "Quando durerà?" (proprio con la d, errori da scuola elementare), e avanzato ipotesi di truffa, fuffa e muffa: società troppo piccola, assenza di magazzini, nome degno di un logopedista. La questione sollevata più di frequente, però, riguarda la licenza di MacOSX, che non permette l'installazione del sistema su macchine non prodotte da Apple. Quindi l'offerta di Psystar sarebbe illegale. E invece no. Vediamo perché.
Per prima cosa vediamo come funzionerebbe in Europa. Nel vecchio continente il software è protetto dalle leggi sul diritto d'autore: l'utente comprando una copia del prodotto acquisisce il diritto di utilizzarlo e di utilizzarlo come più gli piaccia. Facciamo un esempio: quando comprate l'ultimo disco del vostro cantante preferito, l'artista non può certo proibirvi di ascoltarlo in macchina o mentre fate la doccia; l'importante è che l'utilizzo avvenga nell'ambito privato. Inoltre le licenze che ci vengono presentate durante l'installazione di un software non hanno il valore di un contratto: per i contratti occorre che le due parti siano identificate e non si può certo sostituire la firma con un banale click.
Negli Stati Uniti la cosa si fa ancora più interessante perché c'è un precedente legale. Nel 1984 la corte di appello americana del nono distretto ritenne illegale il comportamento della società Data General che per l'utilizzo di un certo software aveva imposto l'acquisto del suo hardware. Il verdetto venne confermato dalla Corte Suprema (corrispondente alla nostra Cassazione). E questo, signori miei, calza a pennello con l'attuale situazione di Apple. Molto probabilmente non si arriverà mai in tribunale: con un precedente simile, a Cupertino potrebbe addirittura essere imposto di eliminare le restrizioni che impediscono una facile installazione di MacOSX su PC diversi da quelli Apple.