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giovedì 27 novembre 2008

L'Nvidia delle pene

Della serie "Come volevasi dimostrare".

Nelle scorse settimane si è svolta nei commenti di questo blog l'ennesima discussione Mac contro PC l'interessante discussione MacPPC contro MacIntel (precisazione doverosa, grazie a MacRaiser), al solito molto accesa, eppure secondo me costruttiva e illuminante. Uno dei punti toccati è stato quello della qualità Mac in confronto ai PC. Dal lato dei fan(atici) si diceva che il Mac è per grazia ricevuta superiore, dall'altro si faceva notare che invece la qualità è abbastanza livellata, visto che i Mac usano gli identici componenti che si possono trovare su un PC, dal processore all'hard disk, passando anche per il chip grafico.

Proprio quest'ultimo è diventato un grattacapo in quel di Cuperino. Due bachi relativo ai nuovi chip Nvidia (che sui più recenti MacBook e MacBook Pro fanno sia da chipset che da motore grafico) rischiano di mettere Apple nella condizione di dover lanciare un massiccio richiamo. Infatti solo uno dei due bachi è sicuramente risolvibile tramite un aggiornamento del software, dato che si presenta solo su MacOSX e Windows ne è immune.

Il problema più serio che, riporto testualmente dall'articolo, può causare «blocco del sistema, con schermo nero, perdita di controlli e audio che entra in loop a pochi minuti dal lancio di un gioco che faccia intensivamente uso della scheda grafica» è un vero e proprio problema hardware. E sia ben chiaro: molto probabilmente il baco è da imputare a Nvidia e non direttamente ad Apple. È altrettanto chiaro che in tal caso il problema potrebbe fare capolino anche sui portatili di altre marche che usino gli stessi componenti Nvidia. Il che mi riporta a quanto si diceva inizialmente: che a scegliere gli stessi componenti del tanto odiato Piccì, si finiscono per avere gli stessi problemi.

Buona pensata a tutti

lunedì 25 agosto 2008

Quando l'iPhone scoraggia lo switch


È inquietante vedere come le cattive esperienze con Apple vengano quasi giustificate da molti dei blog dedicati all'argomento, che piuttosto che dare voce a chi giustamente si lamenta delle proprie frustrazioni alle prese con melafonini e melapiccini (oggi mi sono guardato il fantabosco, e quindi?) preferiscono dare risalto all'apertura di un nuovo Apple Store in Australia. A saperlo prima delle vacenze!

Come sta il fatto che su Gizmodo è arrivato un dettagliato resoconto del perché un utente Windows ha deciso di non passare al Mac. E la colpa non è della mancanza di applicazioni (non è colpa di Apple! direte voi), e non è neanche dell'incompatibilità dei file (non è colpa di Apple! direte voi), ma dei mille problemi che affliggono iPhone (è colpa di Apple! dico io).

Leggendo l'articolo di Adam Frucci si legge dei numerosi problemi incontrati con l'utilizzo dell'iPhone, come ad esempio quelli relativi alla connessione: il terminale non riusciva a riconnettersi alla rete (si badi: a quella per telefonare, per non parlare di Edge o UMTS) dopo un periodo in metropolitana. Quanti si trovassero nella stessa situazione possono usare un piccolo trucco, suggerito anche dalla stessa Apple: riavviare il telefono. Sembra quasi Windows, no?

Pur accerchiato dai molti problemi di connessione lenta o salterellante, la musica che si interrompe e i programmi che cadono in un silenzioso crash, il nostro buon Adam non si è perso d'animo e telefono alla mano ha contattato il centro assistenza di Apple. Cordialissimi come sempre gli hanno detto che "Presto o tardi funzionerà al pieno delle sue potenzialità". In pratica l'iPhone è un investimento, un future: lo compri oggi per quello che potrà valere domani. Steve Jobs ha promesso la correzione dei bachi entro settembre. Lo ha scritto di persona ad uno dei tanti utenti adirati che persa la fede nella santa mela aveva avuto l'ardire di riconoscere che sì l'iPhone è "Furiosamente bacato". Lo ha detto non in un comunicato ufficiale, ma al primo Giacomo Pirletti che si è trovato per strada. Il che sa tanto di presa per il culo.

Le conclusioni di Frucci?

«Quando, poi, arriverà il tempo di comprare un nuvo computer, probabilmente non passerò a Vista, dopotutto. Perché non provare un Mac? Per ora, dopo questa esperienza, non c'è possibilità alcuna che mi decida a farlo»


Buon autostop a tutti.

lunedì 21 gennaio 2008

JailBreak. Ovvero liberiamo l'iPod Touch

L'iPod Touch, in maniera simile al suo fratello maggiore iPhone, è un piccolo computer a tutti gli effetti. Funziona grazie ad una versione mobile di MacOSX, e pertanto è un sistema Unix a tutti gli effetti. Come tutti sanno, però, Apple cerca di evitare che gli utenti usino questo gioiellino al di fuori delle funzioni di un player avanzato con qualche funzione web. Dal mio punto di vista questo è inaccettabile: l'ipod è mio e ci faccio un po' quello che mi pare.

JailBreak è il primo passo per ogni utente iPod Touch (e anche iPhone) che si ritenga libero. È una falsa immagine TIFF che sfrutta un baco di tipo Buffer Overflow nelle librerie libtiff, il componente che mette Safari in grado di leggere le suddette immagini, per avere accesso ad aree riservate del sistema.
Si tratta di un tipico caso di Code Injection: si sfrutta il mancato controllo dei limit di un buffer dati per sconfinare in una zona di memoria in cui sostituire le istruzioni del processo in esecuzione. In pratica si sostituisce parte del codice del Safari in esecuzione (la copia su disco non viene toccata) con del codice diverso che provvede a scaricare e installare quanto serve per aprire le porte ai programmi aggiuntivi.
Lo stesso baco è stato sfruttare per aprire la PlayStation 3 e la PlayStation Portable all'utilizzo di dischi di backup dei giochi. Questo tipo di attacco è molto comune e viene spesso utilizzato per accedere illegalmente a reti e computer. Ovviamente noi non siamo qui per questo.

iPod Touch Screenshot AppSnapp Installer JailbreakNel mio caso l'installazione è stata estremamente semplice: infatti il mio iPod Touch (un modello da 16 GB) è arrivato con il firmware 1.1.1. Il baco nelle librerie libtiff è stato infatti corretto, dopo un bel po' di tempo considerandone le conseguenze, con il firmware 1.1.2. Sembra che tutti conoscessero la presenza di tale falla tranne Apple che, vinta dalla pigrizia del successo, ha preferito aspettare che gli sviluppatori delle librerie ne rilasciassero un aggiornamento invece di mettere due programmatori suoi a risolvere il problema. Tanto meglio.
Nel mio caso, quindi, mi è bastato collegare il Safari dell'iPod Touch all'indirizzo jailbreakme.com e procedere all'installazione: la procedura consiste di un paio di click che portano il browser fino al file TIFF incriminato. Tutto avviene automaticamente: il download e l'installazione durano circa un minuto. Alla fine si viene rimandati alla schermata iniziale e una volta sbloccato lo schermo ci si ritrova con un'icona in più: l'AppSnapp Installer.

Nel caso sull'iPod sia caricato il firmware 1.1.2 occorre retrocederlo alla versione 1.1.1 e solo allora procedere con JailBreak. La procedura completa è spiegata su questo sito (in inglese).

Nel caso abbiate un firmware 1.1.3, quello presentato al MacWorld 2008, allora vi tocca aspettare: la strada per l'evasione è stata già trovata. Restiamo in attesa di ulteriori dettagli: gli hacker hanno annunciato che renderanno disponibile la guida solo quando Apple presenterà lo SDK (il Software Development Kit) per iPod Touch e iPhone. La speranza è che non si debba ricorrere a trucchetti per usare software di terze parti. Staremo a vedere.
L'installazione dell'AppSnapp Installer comporta il blocco dello schermo (come quando non lo si usa per qualche minuto). Questo è dovuto al riavvio dello Spring Board, l'interfaccia che gestisce le icone, in seguito all'aggiunta di un'icona nella home. Succederà ogni volta che un'icona verrà aggiunta o rimossa dall'interfaccia: dopo le prime due o tre volte ci si fà l'abitudine.
Detto questo potete cominciare ad installare quello che volete. Ma questo lo vediamo un'altra volta.

martedì 6 novembre 2007

Perdite di dati su Leopard

Foto di Thomas Hawk Cosa succede se io dico a Finder di spostare dei file su, ad esempio, un volume di rete? I file vengono copiati sulla destinazione e poi vengono cancellati dalla sorgente.
Cosa succede se io provo a fare lo stesso ma la connessione di rete va giù (ad esempio va via la corrente, oppure cade la connessione ad internet)? Succede che Finder non copia i file sulla destinazione ma li cancella completamente dalla sorgente. Il risultato è che i file non ci sono più: né sulla destinazione, né sulla sorgente.
Uomo avvisato...