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mercoledì 15 luglio 2009

Il bicchier d'acqua


Mi ha chiamato un caro amico. Si è comprato l'iPhone, o meglio gliel'hanno regalato (l'abbonamento però lo pagherà lui).

Mi ha chiesto «Come si mette la musica?».

«È facile come bere un bicchier d'acqua - gli ho risposto io - Attacchi l'iPhone, prendi la musica da quella della libreria di iTunes e la trascini in 'Musica' sotto l'iconcina dell'iPhone».

«Non me lo fa fare», mi dice lui.

«Sicuro che non sia un wmv? Sicuro che non la stai trascinando da un applicazione esterna? Sicuro che...»

«Sicuro, sicuro - mi risponde - È la stessa cosa che facevo con l'ipod piccolo [shuffle ndr], solo che con quello lì me lo fa, con l'iPhone invece no»

Pur convinto che il mio amico stesse affongando in un bicchier d'acqua, non avendo un iPhone sotto mano, e non usando iTunes per gestire l'iPod Touch sono dovuto ricorrere al web, trovando diverse discussioni che mi hanno a dir poco stupito: non si può trascinare la musica direttamente nell'iPhone. L'unico modo per spostare la musica e sincronizzare una o più playlist.

Chiedo lumi. È vero tutto ciò? Se sì, perché mai Apple vuole a tutti i costi complicare la vita ai propri utenti?

mercoledì 7 gennaio 2009

iTunes: la libertà si paga

Via il DRM dai brani in vendita su iTunes Store. Meglio tardi che mai, anche perché tutti gli altri concorrenti di Apple avevano abbandonato ormai da tempo gli inutili lucchetti, avendo realizzato come questi fossero solo un impedimento e un fastidio per gli utenti onesti. Quelli disonesti avrebbero comunque trovato altre vie per rubare (potremmo parlare per anni interi di questo problema, magari trovandoci per una volta tutti dalla stessa parte).

In questa storia c'è però un piccolo neo. Apple offre a tutti gli acquirenti la possibilità di aggiornare la propria libreria al formato plus, senza DRM a 256Kb/s, ma per farlo chiede di pagare un riscatto: 30 centesimi per liberare ogni brano. Una specie di sequestro di canzone.

Scherzi a parte, fatico a capire la motivazione di questo 30% di maggiorazione sui vecchi acquisti. Infatti il diritto d'autore è stato già pagato con l'acquisto originale. E neanche il sovrapprezzo può essere giustificato per il consumo di banda destinata al download del nuovo file: 4 minuti di musica a 256Kb/s equivalgono a meno di 8MB di download. Neanche gli abbonamenti italiani per navigare su internet coi telefonini sono così cari.

Insomma, non è tutto oro quello che luccica ma liberare i file dal DRM è cosa buona e giusta.

Buon ascolto a tutti.

giovedì 31 luglio 2008

Deretani Retti e Mollicci

Ennesimo caso clamoroso di chiusura di uno store di musica online. Dopo Microsoft a capitolare questa volta è Yahoo. Apple e i suoi fan staranno sicuramente festeggiando, eppure io consiglierei di buttar via i cappellini di carta. Perché il problema non è la chiusura di un negozio, ma nel fallimento totale del sistema DRM. Quando Yahoo chiuderà definitivamente i battenti del suo negozio i brani acquistati non potranno essere più autorizzati. In pratica se uno cambia computer il file regolarmente pagato non funziona più.

Fortunatamente Yahoo risarcirà gli acquirenti, in parte con denaro, in parte fornendo loro gli stessi brani privi di protezione. "Meno male che ad Apple non succederà mai una cosa del genere!" direte voi. Voglio solo ricordare a tutti che ogni qual volta accettate di stare al gioco del DRM, sulla musica, sui film, sulle applicazioni, c'è dietro di voi qualcuno che vi tiene per le palle.

Buona strizzata a tutti!

venerdì 2 maggio 2008

Chi non vuole i Concept Album?

Wish you were here - Foto di rogiroApple, ovviamente. Vediamo come.
L'iPod Touch è davvero un bel gioiellino: comodo per consultare qualche paginetta web al volo, molto meno comodo per ascoltare la musica. Personalmente una delle cose che più mi manca è la possibilità di scegliere casualmente gli album. Per i brani si può andare in Shuffle (chiamatelo anche Random se più vi soddisfa), mentre non si può fare per i dischi. Non per un'impossibilità tecnica, ma per una precisa scelta economica.
Dall'iPod Touch (e nell'iPhone, ovviamente) è possibile accedere, in versione minimale e ridotta, all'iTunes Store dove, come tutti sanno, è possibile acquistare i brani a 99 centesimi l'uno: una manna dal cielo visto che molti dischi di musica leggera, straniera e italiana, contengono uno o due canzoni di valore, mentre tutto il resto fa volume. Per i concept album, ovvero quei dischi pervasi da un filo conduttore, da una storia, da un tema, l'acquisto della singolar canzone non conviene poi così tanto: il disco ritorna ad avere il fascino dell'oggetto indivisibile.
Ecco che si giustifica la scelta di escludere lo shuffle degli album: ad Apple conviene scoraggiare il più possibile l'ascolto degli album interi, anche ricorrendo alla cura dei dettagli a cui siamo abituati. Più gli utenti si abituano a denigrare il disco completo in favore del singolo del momento, più iTunes guadagna punti nei confronti del buco con le note intorno.
E per Non al denaro non all'amore né al cielo del grandissimo Fabrizio De André, o Wish You Were Here dei Pink Floyd vale decisamente la pena mettere su il disco, sedersi in poltrona e godersi la copertina con la punta delle dita.

lunedì 4 giugno 2007

Ad occhi chiusi



Su Macity leggo che Apple non ha ancora fatto dichiarazioni riguardo la marchiatura nascosta all'interno dei file privi di DRM venduti su iTunes Store. E proprio per far fronte a questo silenzio ci pensa Fabrizio Frattini, dicendo che
Anzi qualcuno sembra escluderlo attribuendo le differenze tra lo stesso file scaricato con account diversi al sistema con cui il file tiene traccia delle proprie modificazioni. In pratica un file è diverso dall'altro a seconda della data e dell'ora in cui viene scaricato e per questo i due file hanno dimensioni differenti.
Ovviamente si parla di qualcuno, nessuna fonte citata, mentre ci sono delle fonti autorevoli che paventano il pericolo per la privacy degli utenti. Inoltre, anche ammettendo che Apple abbia inserito la data nel file, perché nasconderla nel flusso musicale del file, invece che scriverla nei tag che pure sono previsti?
Inoltre, perché trattare così quegli utenti onesti che pagano per avere i file? Che razza di incentivo è se un utente che preferisce non rischiare nulla può facilmente scaricare i brani dalle reti Peer-To-Peer?
E tanti utenti Apple pensano sia meglio tenere gli occhi chiusi, per non vedere la propria fede ricambiata con la malafede.

PS: La sapete la differenza tra televisore e televisione?

giovedì 31 maggio 2007

Marchiati ed etichettati

Leggo su Melablog, che i nuovi file senza protezione DRM venduti dall'iTunes Store, contengono un tag nascosto in cui sono registrati nome, cognome e indirizzo email.
A parte che i file senza DRM costano il 30% in più, costo assolutamente non giustificato dalla banda necessaria a trasmettere il file e a parte che comprare un brano online non rende l'acquirente un reale possessore, poiché non si può rivendere il file acquistato come si fa con un disco normale, mi sembra quanto meno sleale nascondere nel file le informazioni personali dell'ignaro cliente. Dopotutto quando noi compriamo un disco in un negozio, non viene scritto sul disco il nostro nome: lo scontrino è a parte.

PS: È mai possibile che alla gente piaccia questa cosa?

mercoledì 23 maggio 2007

iPod e iStress


Il sesto ipod rotto in sei anni:
è solo sfortuna?
E non sono l'unico! L'iPod ha avuto il merito di diffondere, per questioni di moda, la musica portatile al grande pubblico. Purtroppo, però, l'iPod ha numerosi difetti, alcuni addirittura voluti da Apple.
Quello che più mi dà fastidio è il database delle canzoni: non basta copiarci sopra le canzoni ma bisogna aggiornare un database che contiene titoli, statistiche e playlist.
Questo significa che se quell'unico file (iPod_Control/iTunes/iTunesDB) ha il benché minimo problema, vuoi per un errore dell'hard disk vuoi per una disconnessione infelice, bisogna ricopiare tutte le canzoni, a meno di non mettersi lì a smanettare.
I file delle canzoni sono ancora al loro posto ma né l'iPod, né iTunes le riconosceranno. Questa trovata aiuta anche Apple a nascondere e confondere i brani memorizzati sull'iPod, rinominando i file in sigle senza senso e spostandoli in anonime directory del tipo F29, F07 e così via.
Ma non vi preoccupate: se vi succede, iTunes non vi lascia da soli e vi suggerisce di ripristinare le impostazioni iniziali, un modo difficile per dire "cancella tutto quello che c'è".
Sarebbe stato molto più semplice copiare i brani direttamente a mano, ma questo significherebbe non essere schiavi di iTunes come Apple vorrebbe. Per fortuna iTunes non è l'unico, e non è neanche il migliore, a saper gestire l'iPod