iTunes: la libertà si paga
Via il DRM dai brani in vendita su iTunes Store. Meglio tardi che mai, anche perché tutti gli altri concorrenti di Apple avevano abbandonato ormai da tempo gli inutili lucchetti, avendo realizzato come questi fossero solo un impedimento e un fastidio per gli utenti onesti. Quelli disonesti avrebbero comunque trovato altre vie per rubare (potremmo parlare per anni interi di questo problema, magari trovandoci per una volta tutti dalla stessa parte).
In questa storia c'è però un piccolo neo. Apple offre a tutti gli acquirenti la possibilità di aggiornare la propria libreria al formato plus, senza DRM a 256Kb/s, ma per farlo chiede di pagare un riscatto: 30 centesimi per liberare ogni brano. Una specie di sequestro di canzone.
Scherzi a parte, fatico a capire la motivazione di questo 30% di maggiorazione sui vecchi acquisti. Infatti il diritto d'autore è stato già pagato con l'acquisto originale. E neanche il sovrapprezzo può essere giustificato per il consumo di banda destinata al download del nuovo file: 4 minuti di musica a 256Kb/s equivalgono a meno di 8MB di download. Neanche gli abbonamenti italiani per navigare su internet coi telefonini sono così cari.
Insomma, non è tutto oro quello che luccica ma liberare i file dal DRM è cosa buona e giusta.
Buon ascolto a tutti.
Nessun commento:
Posta un commento