lunedì 10 settembre 2007

Pagare le suonerie. Di nuovo

Prendendo in prestito la faccia dai famosi Bronzi di Riace, Apple fa pagare per creare le suonerie per il suo discusso telefonino. Ovvero: se hai già un brano, ad esempio lo hai rippato da un disco, non puoi usarlo come suoneria dell'iPhone ma devi pagare Apple per acquistare di nuovo il brano come suoneria. E nulla cambia se già l'hai acquistato come canzone dall'iTunes Store stesso: devi pagare di nuovo. 99 centesimi per ogni suoneria e 99 centesimi per ogni canzone (se accetti le manette del DRM).
E non si creda che sia un problema tecnico o una maniera per fornire ai clienti solo suonerie di alta qualità: la prima release di iTunes 7.4 permetteva di crearle gratis. Altolà, gridò Steve Jobs, qualcuno sta facendo qualcosa senza che noi ci guadagnamo! E così è stata rilasciata la 7.4.1. Ma la limitazione è, di nuovo, facilmente aggirabile e ci sarà una nuova release. E poi un'altra ancora. Possibile che alla Apple non imparino nulla dalla storia?
E non è tutto. Infatti sull'iPhone non solo bisogna pagare per usare le canzoni come suonerie ma non si può neanche usare un qualunque brano, ad esempio i vagiti di un neonato. Dimmi, cara Apple, vuoi vendermi anche la risata di mio figlio?

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