La paura fa novantanove
Steve Jobs ha presentato il Software Development Kit per iPhone, iPod Touch e tutti quei dispositivi futuri di cui è facile prevedere l'arrivo. Tutti si aspettavano qualcosa di speciale, applausi a non finire, standing ovation e invece...
E invece accoglienza freddina, chissà come mai.
Forse perché l'SDK non ha nulla di speciale? Forse perché non c'è nulla di più rispetto a tutti gli SDK per le altre piattaforme mobili? Forse perché Apple come suo solito vuole tenere tutto sotto la sua ala protettiva?
Forse è proprio così. Comunque resta il fatto che per scaricare il tanto ambito SDK bisogna registrarsi come sviluppatore. Gratuitamente. E per installare i nuovi programmi bisognerà aggiornare il firmware alla versione 2.0, prevista per giugno. Anche questo, gratuitamente. Tranne che per l'iPod Touch per cui bisognerà pagare una piccola sovrattassa (come per il canone Rai scaduto), una piccola imposta dovuta alla legge americana. A cui siamo soggetti anche noi europei, anche se i giocattolini di Apple li fanno in Cina.
Una volta sviluppato il programma, questo andrà distribuito obbligatoriamente tramite iTunes. Se il programma è commerciale Apple tratterrà il 30% (neanche i giochi per Playstation devono versare un balzello così alto). Se invece il programma è distribuito gratuitamente Apple lo distribuirà gratuitamente, anche se questa è una mezza bugia. Infatti che il programma sia gratuito oppure no, lo sviluppatore dovrà comunque aderire all'iPhone Development Program, che prevede una quota d'iscrizione di 99 dollari. Tutto questo mentre sia per Symbian che per Android non c'è nessuna quota associativa e Android è addirittura opensource. Giusto per restare liberi.
Per quanto riguarda il titolo La paura fa novantanove, ci sono due riferimenti. Uno riguarda il prezzo da pagare per aderire al programma di sviluppo, 99 dollari. L'altra è la paura che Apple ha di Android: perché altrimenti affaccendarsi a fornire un SDK agli sviluppatori?
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