venerdì 28 maggio 2010

iPad: per cosa lo userai?

Gente arrivata il giorno prima e accampata davanti all'entrata dei negozi (ce l'abbiamo una traduzione per "store"!) per essere il primo davanti a tutte le file, lunghe di spasimanti amanti della nuovo indispensabile device (il giornalista del Fatto lo chiama al femminile). E chi si sente chiedere "Per cosa lo userai?" non sa che rispondere. Possibile che così tanta gente abbia mezzo stipendio di troppo?





mercoledì 19 maggio 2010

Memoria corta

A Berlino c'è un bel negozio autorizzato Apple che su uno vetro in grande riporta la frase attribuita a Bill Gates (ma di cui non ci sono documentazioni scritte e che il Williams di Redmond nega aver mai pronunciato):
640K ought to be enough for anybody.
Prendiamo la frase per buona, anche perché Gates ha più volte aperto bocca per ben più gravi castronerie. Come i vari tentativi di minimizzare l'importanza dell'allora nascente Internet a favore di MSN. Tutti sanno com'è finita: MSN com'era intesa inizialmente è morta, e ora Microsoft è leader del mercato anche su Internet.

Ritorniamo ora, però, alla frase dei 640K. La frase viene comunemente datata 1981. Nel 1984, dopo con una gloriosa pubblicità Apple presentava il Macintosh, che di memoria aveva solo 128KB. Decisamente pochini e infatti dopo pochi mesi, Apple dovette rifarsi i conti e quadruplicare la RAM inclusa nel suo giocattolo, portandola a 512KB Bill Gates tre anni prima era stato più lungimirante.

La storia potrebbe continuare ancora oggi visto che è ben difficile trovare solo 2 GB di memoria su un portatile con un'etichetta da 900€.

lunedì 17 maggio 2010

Impegno e Differenze

Bill Gates si sta impegnando per sensibilizzare l'opinione pubblica e i potenti sulle problematiche relative alla malaria nelle zone a rischio.

Anche Steve Jobs è al lavoro in questo senso ma per promuovere la donazione degli organi.

Con la differenza che Bill Gates non ha mai avuto la malaria.

sabato 15 maggio 2010

Il Robottino e la mela rosicata

Abbiamo letto tutti del sorpasso di vendite di Android ai danni di iPhone (saldamente in testa resta comunque il Blackberry). E allora i vari fan della Mela si sono affrettati a fabbricar improbabili ventose per tentare la scalata di levigati e chiari specchi. Tra le più fantasiose:

  • Non è vero niente
  • Il NPD è in realtà un editore di romanzi fantasy
  • Il sondaggio va ripetuto utilizzando una app per iPhone (che dovrà essere approvata da Apple, ovviamente)
  • Lo sanno tutti che gli Androidi non esistono

Messi da parte gli scherzi, vediamo che la Apple si è data effettivamente un gran da fare per minimizzare la notizia, etichettando i dati come poco significativi perché relativi al solo mercato statunitense. E in questo è stata seguita a ruota da tutte le testate e i blog fedeli alla mela.

La risposta di Apple contiene sia una verità che una bugia. La verità è che su scala mondiale l'iPhone è ancora di gran lunga davanti ad Android (non ho dati alla mano, ma non mi sento di dubitare il contrario). La bugia riguarda la rilevanza dei dati presentati da NPD. Tutt'altro che trascurabili visto che gli Stati Uniti sono il mercato più importante del mondo.

Mi sembra interessante approfondire le ragioni reali che hanno spinto Apple a sguinzagliare i suoi portavoce. Non è infatti solo una questione di immagine o di sentirsi rodere il fegato (scusa Steve!). Qual è la prima reazione che si ha quando un'azienda perde una parte del suo aurea dorata? Semplice: le quotazioni in borsa vanno giù. Se poi ci mettiamo che i dirigenti Apple, Jobs in primis, sono pagati principalmente in stock options e che da Cupertino non si è visto ancora il becco di un dividendo, il cerchio si chiude.

Se Apple distribuisse dividendi, allora sarebbe nell'interesse degli azionisti mantenere alti gli incassi dell'azienda (e questo bisogna dire che Apple lo sa fare bene). Visto che però i dividendi non ci sono, allora l'unico interesse degli azionisti è quello di vedere le azioni crescere e crescere ancora. Questo vale ancora di più quando ci sono di mezzo le stock options (ovvero la possibilità in futuro di acquistare un certo numero di azioni al prezzo corrente al momento dell'emissione dell'azione). Le azioni Apple diventano così un titolo puramente speculativo: fa niente che si domini il mercato o che ci siano delle ombre qua e là. Il continuo salire delle azioni è l'unico guadagno per gli azionisti.

Resta da capire ancora cosa gliene frega di tifare Apple a quelli che di azioni non ne hanno.